Sabato 16 novembre a Napoli mobilitazione popolare promossa da Legambiente per fermare l’ecocidio nella Terra dei Fuochi

Bari,  15 novembre                                       Comunicato stampa

 

Sabato 16 novembre a Napoli mobilitazione popolare  promossa da Legambiente per fermare  l’ecocidio nella Terra dei Fuochi

«L’estrema pericolosità dell’ecomafia mette a rischio  anche la Puglia. Bisogna mantenere alta la guardia per contrastare un fenomeno  che tenta di estendere i suoi tentacoli ovunque»

Il prossimo 20 novembre Legambiente presenta a Bari un  percorso didattico sull’Ecomafia rivolto alle scuole pugliesi

Roghi di rifiuti, materiali plastici, scarti e stracci:  discariche abusive che bruciano senza fine avvelenando seriamente l’ambiente e  minacciando la salute di popolazioni intere. Questa è la Terra dei Fuochi,  un’area di oltre 220 ettari a cavallo tra le province di Napoli e Caserta, in  Campania.

«Invitiamo tutti a partecipare alla  manifestazione promossa da Legambiente per costruire un fronte  unico contro le ecomafie, a partire dalla Terra dei Fuochi. Anche la Puglia  purtroppo non è esente dal fenomeno dei traffici illeciti di rifiuti e lo  confermano i dati del Rapporto Ecomafia 2013 che vede la nostra regione in terza  posizione nel ciclo illegale dei  rifiuti, con un incremento degli illeciti pari al 24%. A ciò si  aggiunge pure il sospetto che la Puglia sia stata, per un certo numero di anni,  culla dei rifiuti campani, stando a quanto emerge dalle dichiarazioni del  pentito Schiavone».

È  questo il commento di Francesco Tarantini, presidente di Legambiente  Puglia, alla vigilia della manifestazione che si terrà a Napoli a partire dalle  ore 14.30 in piazza Mancini. Una mobilitazione popolare che mira a  sensibilizzare le istituzioni sull’ecomafia e, in particolare, sul traffico  illecito di rifiuti. L’associazione ambientalista già nel 2003 denunciava il  fenomeno dedicando un ampio paragrafo alla Terra dei Fuochi nel Rapporto  Ecomafia e oggi torna a sostenere una regione vessata da un problema che tocca  anche la Puglia.

Proprio la Puglia infatti, insieme alla Campania, sembra  essere una regione particolarmente a rischio, stando alla relazione della  Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo  dei rifiuti. La relazione, infatti, evidenzia come la Puglia – per collocazione  geografica e per la presenza di importanti realtà industriali e la sussistenza  di stretti legami tra la criminalità pugliese e la criminalità organizzata delle  regioni vicine – sia particolarmente esposta al rischio di diventare  destinazione privilegiata per lo smaltimento dei rifiuti nell’ambito di traffici  illeciti, spesso riconducibili a organizzazioni malavitose radicate in altre  regioni.

L’attività della Commissione ha consentito di verificare  una sostanziale corrispondenza tra una sorta di naturale ‘vocazione’ del  territorio pugliese (per collocazione geografica e caratteristiche  geomorfologiche) per un uso in vista dei traffici transazionali dei rifiuti e un  effettivo sfruttamento illecito del territorio che si presta a tali tipologie di  rifiuti.

«Bisogna mantenere alta la guardia – conclude  Tarantini – ma soprattutto è necessario che vi sia una risposta concreta da  parte dei politici e non solo frasi di circostanza, a partire da provvedimenti  importanti – come l’inserimento nel codice penale dei delitti contro  l’ambienteche servano davvero a cambiare l’attuale stato di cose e a  rappresentare un punto di svolta in tutti quei territori costretti a ospitare i  rifiuti dei criminali. Legambiente Puglia, con l’avvio delle attività presso il  laboratorio didattico EnergyLab (che sarà inaugurato il prossimo 20 novembre  presso l’Arpa Puglia), porterà nelle scuole un opuscolo dedicato all’Ecomafia  proprio per sensibilizzare le giovani generazioni sul problema della criminalità  ambientale».

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