ROMA – In Italia ci sono 1.142 stabilimenti a rischio di ‘incidente rilevante’ (Rir), tipo ”Seveso”, di cui oltre il 50% in sole quattro regioni del nord Italia: Lombardia (25%), Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte. Questa la mappa delle industrie pericolose nel nostro Paese contenuta nel rapporto realizzato dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale e dal ministero dell’Ambiente, da oggi online sul sito dell’Ispra.
Una consistente presenza degli stabilimenti ”Seveso” – prosegue il report – si rileva anche in alcune regioni del centro-sud, come Sicilia, Lazio e Campania (ciascuna con poco più del 6%), Toscana (circa 5%), Puglia e Sardegna (circa 4%); la regione con il minor numero di stabilimenti Rir e’ la Valle d’Aosta con 6 stabilimenti.
Il totale dei comuni interessati sono 756, pari al 9%. A Ravenna ci sono 26 stabilimenti, a Venezia 15, poi Genova con 14, Trecate (10), Napoli, Livorno e Brindisi (9), Brescia, Filago e Roma (8). Le industrie pericolose sono assenti solo nella sola provincia di Macerata. Aree di particolare concentrazione sono vicino ai poli petrolchimici, come per esempio Trecate (nel Novarese), Porto Marghera, Ravenna e Ferrara, Gela, Priolo a Siracusa, Brindisi, Taranto, Porto Torres (Ss) e Sarroch (Ca).
Il ministero e l’Ispra hanno aggiornato l’inventario nazionale degli stabilimenti a rischio con una rete di informazioni che vengono anche dai gestori degli stabilimenti rientranti nella direttiva ‘Seveso’, dal ministero dell’Interno, dai Vigili del Fuoco, e dalle prefetture.