Legambiente: «Ciò conferma la situazione preoccupante in cui versa il sistema depurativo in Puglia. I sindaci si facciano promotori di una stretta collaborazione con le istituzioni preposte per mettere in atto tutte le misure necessarie al ripristino della completa funzionalità degli impianti»
«Il sequestro preventivo del depuratore di Molfetta effettuato dalla Guardia costiera di Bari conferma il quadro preoccupante che abbiamo tracciato con il nostro dossier sulla depurazione realizzato lo scorso luglio» dichiaraFrancesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia, in seguito al provvedimento disposto dalla magistratura tranese.
Ancora oggi in Puglia il 23 per cento dei cittadini, circa un milione di abitanti, scarica i reflui senza che questi vengano depurati. Su 187 depuratori presenti, che coprono il servizio, diversi hanno ancora problemi di funzionamento, criticità e questioni irrisolte che in alcuni casi rendono inefficace la depurazione. Tra questi ci sono 11 vecchi impianti, tutti da dismettere, che rischiano di inquinare le acque sotterranee, scaricando direttamente in falda o ancora quelli con problemi nel funzionamento e i cui scarichi risultano non conformi, come certificano i dati Arpa (nel 2012 sono stati 52 quelli giudicati non conformi). E se a tutto questo si aggiungono anche gli scarichi abusivi non controllati e gli altri illeciti legati all’inquinamento del mare, il risultato è un quadro davvero preoccupante che impone la necessità di cambiamento.
«Regione e Comuni sono chiamati a intervenire sinergicamente per dare avvio a quella svolta necessaria per vincere la sfida della depurazione – conclude Tarantini – I troppi scarichi abusivi e i malfunzionamenti rischiano seriamente, laddove non lo abbiano già fatto, di danneggiare le nostre acque. Si investano i soldi messi a disposizione dai Fondi CIPE e PO FESR per tutti quegli interventi già previsti di potenziamento e adeguamento e i sindaci si facciano garanti degli interventi che occorrono per mettere in efficienza il sistema e risolvere definitivamente il problema della depurazione. I primi cittadini devono essere i promotori e i protagonisti di una stretta collaborazione con le istituzioni preposte per avviare sin da subito un monitoraggio capillare degli impianti individuando le misure necessarie al ripristino della completa funzionalità degli impianti».
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