Il convegno è stata l’occasione per presentare tre proposte – da parte di Legambiente e Green building Council Italia – “per aprire finalmente i cantieri della riqualificazione energetica e antisismica degli edifici”.
Rivolte al nuovo ministro delle Infrastrutture e Trasporti Graziano Del Rio, le proposte suggeriscono di semplificare gli interventi di retrofit energetico e adeguamento antisismico per migliorare anche la vivibilità delle abitazioni, spingere la riqualificazione energetica con nuovi strumenti, e ridurre la spesa energetica negli edifici condominiali grazie al fotovoltaico.
RIMUOVERE LE BARRIERE CHE BLOCCANO GLI INTERVENTI. Si tratta di intervenire sulle barriere che oggi fermano gli interventi: la complessità delle procedure, l’inefficacia degli incentivi (le detrazioni fiscali non funzionano nei condomini per le diverse condizioni economiche e disponibilità degli inquilini), i problemi delle amministrazioni nel realizzare investimenti e accedere al credito.
Secondo Legambiente e Green building Council Italia, cambiare la situazione è possibile e permetterebbe di rilanciare il settore edilizio, di creare nuovo lavoro qualificato, di ridurre le bollette delle famiglie e di aiutare la lotta ai cambiamenti climatici e all’inquinamento atmosferico. E c’è anche la spesa legata all’energia da parte delle amministrazioni pubbliche, stimata in oltre 6 miliardi di euro, la cui riduzione è strategica per rilanciare il Paese e gli investimenti.
In Italia – ha spiegato Edoardo Zanchini – questo tipo di interventi è bloccato dalla complessità delle procedure, inoltre gli incentivi non funzionano e i Comuni sono vincolati dal patto di stabilità. Nonostante questo, almeno 20 milioni di cittadini vivono in edifici condominiali dove la riqualificazione edilizia finora è andata avanti attraverso interventi nelle singole abitazioni. Sono rarissimi gli interventi di riqualificazione e retrofit come in altri Paesi europei.
Il cambio di approccio che proponiamo – ha precisato Gianni Silvestrini – passa per politiche di incentivo che devono essere sempre vincolate a una riduzione certificata dei consumi energetici (in termini di salto di Classe energetica) e nel tenere assieme questi obiettivi con quelli di messa in sicurezza antisismica. Regole chiare, controlli indipendenti, sanzioni sono la strada che le direttive europee hanno tracciato e che permette anche di rendere più semplice il finanziamento degli interventi da parte di Cassa Depositi e Prestiti e attraverso il fondo per l’efficienza energetica previsto dal DL 102/2014.
LE PROPOSTE
Semplificare gli interventi di retrofit energetico. Negli edifici condominiali deve diventare semplice e vantaggioso realizzare interventi di retrofit energetico e adeguamento antisismico che consentano di migliorare anche la vivibilità delle abitazioni. Come si fa abitualmente in Germania, Francia, Olanda si devono mettere assieme i vantaggi energetici con quelli legati al miglioramento della vivibilità degli spazi privati e condominiali (creazione di terrazzi con obiettivi di schermatura solare e di ridefinizione delle disposizioni interne, installazione di ascensori e corpi scala a norma di Legge, interventi di re-impermeabilizzazione degli spazi liberi e di creazione di tetti verdi, consolidamento antisismico degli edifici, ecc.). Serve per questo un intervento normativo che individui queste categorie di intervento, legando il miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici – almeno il 50% di riduzione dei consumi o il raggiungimento della Classe B di certificazione – con interventi che riguardino le strutture perimetrali e gli ampliamenti consentiti. Condizione per gli interventi dovrà essere che si rispettino le distanze minime tra edifici previste dal codice civile e le altezze previste dai piani urbanistici.
Spingere la riqualificazione energetica con nuovi strumenti. Gli interventi di riqualificazione energetica di interi edifici sono oggi un eccezione in Italia, perché non esistono efficaci interventi di incentivo per l’edilizia condominiale e perché quelli pubblici sono bloccati dal patto di stabilità. E’ una priorità intervenire per sbloccare questa situazione e dobbiamo farlo proprio puntando sulla riduzione dei consumi energetici che si può realizzare e sulla certificazione di questi risparmi.
Per l’edilizia pubblica si devono escludere dal patto di stabilità gli interventi che permettono di realizzare interventi certificati e verificati di riduzione dei consumi energetici degli edifici. Perché è proprio l’entità di questi risparmi nel tempo la garanzia più efficace per accordi con Esco e istituti di credito per il finanziamento e la gestione con vantaggio per la spesa pubblica. Questa richiesta è particolarmente importante vista l’incentivazione del 65% prevista dal nuovo “Conto termico” in via di emanazione per riqualificazioni di immobili pubblici “ad energia quasi zero”.
Per l’edilizia condominiale occorre rendere finalmente funzionante lo strumento delle Esco per interventi di riqualificazione complessiva di edifici con più alloggi, superando i problemi di accesso alle detrazioni fiscali per le famiglie a basso reddito. La proposta di GBC e Legambiente è di intervenire sul sistema dei titoli di efficienza energetica (TEE), introducendo immediatamente una nuova scheda che si basi sui valori derivanti dalla certificazione energetica delle abitazioni di prima e dopo l’intervento. Obiettivo minimo deve essere di riuscire a garantire una riduzione media del cinquanta per cento nei consumi delle abitazioni, certificata dal salto di classe energetica. A realizzare gli interventi sarebbero Esco, in accordo con imprese delle costruzioni, che si impegnano a garantire il raggiungimento dei risultati complessivi negli edifici di riduzione dei consumi energetici attraverso la certificazione energetica dei diversi alloggi coinvolti nell’operazione. La formula è quella di legare assieme costruzione e gestione degli impianti condominiali per il cofinanziamento degli interventi.
Il fotovoltaico per i condomini. Il solare fotovoltaico è oggi competitivo economicamente e può rappresentare una risposta efficace per ridurre la spesa energetica negli edifici condominiali. Queste soluzioni sono oggi efficaci anche senza incentivi diretti ma semplicemente prevedendo che l’energia prodotta possa essere utilizzata direttamente per gli usi negli spazi comuni o per una parte dei consumi dei singoli appartamenti del condominio. Per rendere possibile questa prospettiva, occorre modificare la normativa vigente in modo da consentire nei condomini lo scambio sul posto con l’esonero dall’obbligo di coincidenza tra punto di immissione e prelievo dell’energia scambiata con la rete e da quello di pagamento degli oneri di rete e di sistema. Una innovazione di questo tipo permetterebbe di far ripartire gli investimenti di solarizzazione dei tetti e di ridurre le bollette delle famiglie.
Ricordiamo che il M5S ha annunciato l’imminente presentazione di un disegno di legge che preveda di un modello didistribuzione condominiale anche al settore dell’energia rinnovabile, come avviene ad esempio per l’acqua potabile, attraverso un unico contatore condominiale dell’energia consumata, e con i costi di consumo distribuiti poi grazie ai singoli contatori di appartamento.