Goletta verde «Non è proprio blu il mare di Puglia»

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ROMA – Su 263 analisi microbiologiche effettuate, sono 130 i campioni risultati inquinati dalla presenza di scarichi fognari non depurati, uno ogni 57 chilometri di costa. E di questi campionamenti risultati oltre i limiti di legge ben 104 (l’80%) hanno avuto un giudizio di fortemente inquinato, cioè con concentrazione di batteri di origine fecale pari ad almeno il doppio di quanto consentito. E’ la maladepurazione la priorità da affrontare da nord a sud della Penisola: sotto accusa ancora le foci di fiumi, torrenti e canali, dove è stato rilevato il 90% dei punti critici. E nonostante questo: nel Mezzogiorno 1,7 miliardi di fondi Cipe erogati proprio per risolvere questa criticità e che dovevano essere spesi entro il 2013 rischiano di andare perduti per mancanza di progettazione. Una perdita alla quale si aggiungerebbe anche la possibile multa per la procedura di infrazione che ha portato alla condanna dell’Italia per il mancato rispetto della direttiva europea sul servizio di depurazione e fognatura.

Questi alcuni dei dati presentati oggi da Legambiente in occasione del bilancio finale dell’edizione 2013 di Goletta Verde, la campagna di Legambiente che per due mesi ha circumnavigato lo Stivale, monitorando lo stato di salute del mare italiano, realizzata anche grazie al contributo del Coou, Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati, e con la partecipazione di Corepla, Novamont, Nau e Solbian. Da nord a sud della Penisola il laboratorio di Goletta Verde è andato alla ricerca in mare e in corrispondenza di foci dei fiumi, canali, torrenti e scarichi, di Escherichia coli ed Enterococchi intestinali, eseguendo le analisi delle acque secondo quanto previsto dalla normativa sulla balneazione.

Nessuna regione è risultata indenne dall’attacco della mala depurazione: un mancato o inadeguato trattamento dei reflui fognari che, stando alle elaborazioni di Legambiente su dati Istat, riguarda ancora il 25% dei cittadini, che scaricano direttamente in mare o indirettamente attraverso fiumi e canali utilizzati come vere e proprie fognature. Una criticità che non riguarda soltanto i comuni costieri, ma anche quelli dell’entroterra, causata non solo dalla cronica carenza di impianti ma anche dall’apporto del carico inquinante dei reflui che non sono adeguatamente trattati dagli impianti in attività, perchè obsoleti o malfunzionanti.

“Per l’ennesimo anno ci troviamo a denunciare una situazione riguardo la depurazione degli scarichi divenuta ormai imbarazzante e che va sanata una volta per tutte – dichiara Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente – Realizzare sistemi efficienti e moderni deve trasformarsi in una priorità nell’agenda politica italiana. E’ l’ennesima vergogna che questo Paese non merita. Non si tratta più soltanto di difendere fiumi e mari, vera grande risorsa di questa nazione, ma ne va dell’intera economia nazionale, buona parte della quale è basata sul turismo”. Altro tastto dolente, l’informazione ai cittadini. Molto spesso foci di torrenti e fiumi vengono fruiti da bagnanti; sul totale delle foci e dei canali risultati inquinati e fortemente inquinati da Goletta Verde, il 40% viene dichiarato balneabile dal Portale della Acque del Ministero della Salute. Il 35% dei punti presi in analisi, inoltre, risultano del tutto non campionati dalle autorità preposte anche se spesso questi tratti, pur trovandosi in corrispondenza di foci e canali, sono comunque frequentati da bagnanti.

Dei tratti di mare definiti dal Portale come non balneabili per motivi di inquinamento, mancano nel 18% dei casi i cartelli di divieto di balneazione.
Sul fronte dell’informazione, in Italia stenta ancora a decollare un sistema davvero integrato tra i vari enti preposti per fornire informazioni chiare (le Arpa che eseguono i campionamenti, Regioni e Comuni definiscono le zone adibite alla balneazione, i Comuni, sulla base dei dati, dovrebbero apporre cartellonistica su qualità e/o divieti di balneazione, il Portale delle Acque che dovrebbe mettere in rete tutte le informazioni). Eppure, la Direttiva europea sulla balneazione disciplina chiaramente la comunicazione e lo scambio con i cittadini. Nonostante questo, a tutt’oggi, non viene fornita ai cittadini una “guida” per segnalare situazioni di inquinamento e richiedere, quindi, che tali situazioni vengano approfondite da chi di dovere. E’ forse questo il motivo per cui anche quest’estate, Legambiente ha ricevuto più di 200 segnalazioni grazie al servizio di SOS Goletta Verde oltre che decine e decine di telefonate.

Ecco la mappa, regione per regione, dei punti inquinati rilevati tra l’11 giugno e l’8 agosto lungo le coste italiane. Ad essere colpite quest’anno sono soprattutto le coste di Campania, Lazio, Puglia e Calabria. 

REGIONE, KM DI PUNTI CAMPIONI, INQUINATI, FOCI, SPIAGGE, COSTA MONITORATI, FORTEMENTE INQUINATI
Campania 470 31 15 4 14 5
Lazio 361,5 24 15 2 16 1
Calabria 714 24 14 3 16 1
Puglia 865 30 14 3 16 1 
Sicilia 1484 24 11 1 9 3
Liguria 349 23 8 3 10 1
Abruzzo 126 9 6 1 7 0
Marche 173 12 5 3 8 0
Sardegna 1731 31 4 0 4 0
Toscana 601 18 4 2 6 0
Emilia R. 163 11 3 0 3 0
Veneto 160 11 2 0 1 1
Molise 35,4 3 2 0 2 0
Friuli V.G. 117,7 8 1 1 2 0
Basilicata 62 4 0 3 3 0

TOTALI 7412,6 263 104 26 117 13