BARI – Tre ore di tensione, nel cuore del pomeriggio di una domenica caldissima: quel fumo denso fuoriuscito dalla centrale termoelettrica Enel al quartiere Stanic di Bari ha fatto temere per la salute pubblica, ma il pericolo – a detta degli organi tecnici a cominciare dall’Arpa Puglia – pare scongiurato e non ci sono stati feriti. Un incendio divampato probabilmente per il surriscaldamento dei cavi elettrici o, in subordine, per un ancora inspiegabile corto circuito ad uno dei quadri elettrici del Gruppo 2 della centrale. L’impianto non era in attività, e questo è stato un particolare decisivo. La centrale funziona più o meno un mese all’anno, quando deve stabilizzare la rete in presenza altrove di guasti oppure deve surrogare altri impianti in manutenzione. Ora ci vorranno parecchie settimane per ripristinare tutto come prima.
Le fiamme si sono sprigionate verso le 14. A notarle, insieme ai primi fumi, è stata la ‘task forcè dell’Enel, che ha dato l’allarme ai vigili del fuoco, giunti sul posto con diverse squadre. La colonna di fumo è diventata via via sempre più ampia, investendo la carreggiata della vicina tangenziale, dove la polizia municipale ha avuto il suo da fare per regolare il traffico, rallentato sin quasi a fermarsi perchè si vedeva poco o nulla. Gli abitanti del quartiere Stanic sono stati invitati a tenere chiuse per alcune ore le finestre delle loro abitazioni in attesa che l’incendio venisse spento. Situazione che è “sempre stata sotto controllo” ha poi rassicurato con una nota il sindaco di Bari, Michele Emiliano, rimarcando che mai c’è stato pericolo effettivo di una esplosione o della propagazione delle fiamme al di fuori del perimetro della centrale.
Un impianto, quello del quartiere Stanic, che in un passato recente ha avuto anche i suoi problemi giudiziari. Il 27 novembre 2012 venne sottoposto a sequestro preventivo con facoltà d’uso, su provvedimento del gip del tribunale di Bari, per la presunta violazione della normativa sul controllo dei pericoli di incidenti rilevanti (soprattutto incendi) connessi con determinate sostanze pericolose, quella sulla tutela della salute e della sicurezza dei luoghi di lavoro. Il successivo 11 dicembre il gip dissequestrò la centrale, tranne l’ex parco degli oli combustibili, che ha ancora i sigilli e nel quale sono in corso opere di bonifica.
Da oggi la bonifica interesserà in più la zona coinvolta dall’incendio. Si dovrà fare una stima dei danni, ma soprattutto occorrerà accertare al più presto cosa ha provocato quelle fiamme e, anche sul piano giudiziario, se tutte le norme di sicurezza siano state rispettate pur con l’impianto fermo.