Un blitz per l’uranio all’Itrec di Matera ma le barre restano

di FILIPPO MELE

ROTONDELLA – Il «giallo» del trasferimento di materiale radioattivo dal centro Sogin della Trisaia all’aeroporto militare di Gioia del Colle è stato, ma solo in parte, chiarito. Lo ha fatto, con un comunicato ufficiale, diramato nel pomeriggio, la Sogin spa, la società interamente pubblica deputata allo smantellamento dei siti nucleari italiani dismessi, come l’Itrec di Rotondella. «In ossequio agli impegni presi dall’Italia in occasione del Vertice sulla sicurezza Nucleare svoltosi a Seoul nel marzo del 2012 – ha fatto sapere Sogin – si è concluso oggi il rimpatrio negli Stati Uniti di materiali nucleari sensibili di origine americana, che erano custoditi in appositi siti sul territorio nazionale per attività di ricerca e di sperimentazione. Il rimpatrio di tale materiale negli Usa si inquadra nell’ambito dell’Accordo internazionale tra Stati Uniti e Comunità Europea dell’Energia Atomica (Euratom) concernente l’utilizzo dell’energia nucleare a scopi pacifici».

Un comunicato preceduto da una notizia sullo «storico» trasferimento negli Usa delle 64 barre del ciclo del combustibile Uranio – Torio proveniente dal Minnesota e custodite a Rotondella. Una notizia che se fosse stata vera avrebbe fatto scendere in piazza per la felicità i lucani. Invece, le cose non stavano così. Nonostante le mancate risposte da alcuni tecnici interessati, la Gazzetta è riuscita a sapere di quale natura sia il materiale trasferito negli States. Su tratta di nitrato di uranile, pare pochi grammi, un sale di uranio attraverso il quale si realizza la preparazione dell’esafluoruro di uranio nell’ambito della produzione di combustibile nucleare.

Si tratta, cioè, di un materiale venuto fuori dalle operazioni di riprocessamento condotte alla Trisaia sulle famose barre americane prima del blocco da referendum antinucleare dell’8 e 9 novembre 1987. Il nitrato di uranile, come si può immaginare, è fortemente tossico e pericoloso. Da qui, probabilmente, lo spiegamento di forze di Polizia, tra cui anche locali, che ha curato il «trasferimento» avvenuto tra domenica e lunedì.

Il comunicato della Sogin, tuttavia, non ha bloccato le proteste per le modalità con cui il trasloco è stato effettuato e per il mancato coinvolgimento delle istituzione locali a partire dalla Regione. Regione che, proprio per questo, ha convocato per venerdi prossimo, alle ore 14, il Tavolo della trasparenza sulle questioni nucleari. Tavolo che il presidente Vito De Filippo non convocava, nonostante le richieste che gli erano arrivate da più parti, da ben due anni. Al centro del summit, con enti locali, associazioni ambientaliste, la stessa Sogin, «la movimentazione del materiale radioattivo dei giorni scorsi». Forse, oggi, però, parlerà anche il Governo nazionale fatto segno di una ridda di interrogazioni parlamentari presentate da quasi tutti i gruppi politici. Altrimenti occorrerà attendere giovedì quando il ministro dell’ambiente Andrea Orlando relazionerà alla Commissione ambiente sulla vicenda.

(La Gazzetta del Mezzogiorno, 31 luglio 2013)